Salviamoci la pelle

Posted in DiTuttoUnPò on settembre 30, 2010 by Michelangelo

Fabrizio, Bogdan e Giulio

Ho sempre adorato il formaggio che fa i fili sulla pizza. La pizza che mamma sfornava ogni domenica a cena. Prosciutto cotto, spinaci e le sorpresine di emmenthal. Quanti fili. E’ il migliore per la pizza, perchè si scioglie e fa un sacco di fili che puntualmente io e mio fratello ci tiravamo l’uno con l’altro a tavola. Topi? Come topi? Perchè quei tre topi? Capisco, sarà una nuova pubblicità. Hai presente anche Jerry di Tom & Jerry, anche lui aveva sempre un tocco di formaggio in bocca. Mi pare fosse proprio emmenthal. Certo che la Svizzera è veramente un paese avanti. Neutrali da sempre, mai avuto problemi di soldi, poi hanno pure Roger Federer. Lui è veramente il numero uno, altro che Nadal. I postini svizzeri vanno in giro con motorini elettrici, più sicuri e non inquinano. Tra l’altro sono motorini italiani, li costruisce un’azienda veneta. E bravi gli svizzeri.
Quei topi però sono tre e nessuno si chiama Jerry. Fabrizio, Bogdan e Giulio sono i loro nomi, fanno il piastrellista, lo sfaccendato e l’avvocato. Il primo e il terzo sono italiani mentre il secondo è romeno e lavorano, vivono, viaggiano nel Canton Ticino. Uno veste perfino la bandiera dell’Unione Europea. Ballano i topi…bala i ratt (www.balairatt.ch), ma basta che ballino fuori dai nostri confini, noi non li vogliamo, vero Svizzeri, che senza i denari dell’Italia, dell’Europa e del resto del mondo, vi rimarrabbe solo una bella forma di emmenthal. Tutta per voi, e per quanto ci riguarda è decisamente più saporita e filamentosa una buona mozzarella di bufala. E credo che Bogdan sia pienamente d’accordo con me.

TORNERO’…non temete…

Posted in DiTuttoUnPò on marzo 8, 2010 by Michelangelo

…temo…sto preparando un grande ritorno…sarabbe pure ora no! a presto….prometto che torno…

Sempre meno punti.

Posted in DiTuttoUnPò on Maggio 26, 2009 by Michelangelo

Sconti?Rosso fisso. Quella spia non la sopporto. Prima di restare per strada sarà meglio fermarsi. C’è un distributore in fondo alla strada. Perfetto. Cavolo, non ho la tessera punti. Pazienza. Tanto faccio solo 20 Euro. Ormai con 20 Euro, oltre a poca benzina mi danno anche pochi punti. A quanto sta adesso? 1.24!!! Ma non era scesa ultimamente?! Mah. Però ci sono 6 centesimi di sconto sul self, così dice quel cartello laggiù. Sabato e festivi. Oggi è domenica, perciò sconto per me. Evvai. Ecco fatto. Almeno fino a dopodomani tiro avanti. Ma non è possibile, ho fatto benzina domenica. Dove siamo stati, fammi pensare. Certo dai, siamo stati al lago domenica e poi ieri al lavoro e la sera al cinema, sempre in macchina. Ovvio che quella maledetta si è riaccesa. Dai facciamola qui, mi sa che è lo stesso che ci siamo fermati l’altro giorno. “Mi fai 20 Euro per favore”. “Verde si, si, grazie”. Hanno un cane troppo bello. È sempre qui che gironzola intorno alle macchine quando si fermano. Non l’ho mai visto abbaiare o avere paura. Mi sa che è anche anzianotto. Eccolo. Sarà abituato a tutto sto casino. Aspetta, aspetta. Ma come 1.26?! Oggi è “servito” e costa 1.26 al litro?! Ma non c’erano 6 centesimi di sconto la domenica, con il self service?! E infatti era domenica. Sarebbe dovuta costare 1.20 l’altro giorno, non 1.24! Già, 26 meno 6 fa 20 non 24! “Grazie mille, ti dò la tessera dei punti. Perfetto. Ciao.” Benzina fatta. Punti presi. Metto in moto. Ma sono ancora perplesso. Qualcosa mi rimane dubbio. Molto dubbio. Forse mi ha caricato meno punti sulla tessera?!

Sempre in agguato.

Posted in DiTuttoUnPò on aprile 8, 2009 by Michelangelo

sciacalloSi aggirano silenziosi e guardinghi tra le foreste impenetrabili della nostra società. Come in una fitta boscaglia dove non penetra raggio di luce alcuno, le belve assopite attendono il momento opportuno. Sono emarginati e assenti da un mondo che non li vuole, ma che li foraggia e ne asseconda il movimento. Cala la notte, le luci si affievoliscono, gli occhi si appannano. Si percepisce il pericolo e la percezione diventa realtà in pochi attimi. La terra trema. Come un cane inzuppato si scuote di dosso i mali che i padroni gli hanno inflitto per secoli. L’uomo soccombe, inerme e prova a fuggire. Cerca di scappare dalla furia distruttiva della natura. Ecco il momento opportuno. Ci siamo. Le bestie già pregustano il loro ricco bottino, pronti ad avventarsi senza pietà sulle carcasse di una, cento, mille vite distrutte. Il branco di sciacalli entra in azione, rapido, spietato, infame. E fa razzia, quasi indisturbato. Li abbiamo creati noi. Li abbiamo allevati con cura. Ora non fanno altro che mettere in pratica i nostri insegnamenti, quello che la nostra moderna e bella società, coerente e democratica  gli ha mostrato per una vita migliore. Meravigliosi e affascinanti non-valori li portano ad agire. Come fermare la furia dei nostri Frankenstein? Se ne catturano due, ma il branco è numeroso, colpisce senza preavviso mentre echeggia lontano il pianto della gente. Vittime innocenti di una natura violenta e di un sistema fasullo. Sopravvivere a uno non è sufficiente. Occorre lottare su tutti i fronti. Le bestie, le nostre carogne saranno sempre in agguato.

Leggo, come leggo

Posted in DiTuttoUnPò on marzo 4, 2009 by Michelangelo

odissea Ci sediamo qui dai così vediamo meglio. Posti centrali. Comincia. Sono proprio curioso. Non so nulla di questo film. Solo che lei ha vinto l’oscar come migliore attrice. Sono i vostri posti? Beh se volete ci spostiamo. Vi mettete là voi? Bene. Ah no. Volete questi allora? Senti, prima di metterci le mani addosso spostiamoci noi. Berlino 1995. Come si è dimagrita. Proprio bella. Ne ha fatta di strada dal Titanic. Lui chi è? Secondo me ha gli occhi di Travolta. Assomiglia anche a Matt Damon. Neustadt 1958. Il ragazzo si innamora. Perdutamente. Michael scopre un sentimento nuovo, il sentimento dell’amore. Scopre l’indipendenza. Scopre il sesso. E legge. Legge libri alla sua Musa, legge … dell’uom di multiforme ingegno che molto errò, poich’ebbe a terra gittate d’Ilïòn le sacre torri … legge di Lady Chatterley e legge della signorina col cagnolino. Hanna lo ascolta, piange, sorride, si emoziona. Si spogliano e fanno l’amore. Non capisco dove vuole arrivare. Ascolto attento ogni dialogo. Guardo con scrupolo ogni immagine. Mi piace. C’è qualcosa che non mi quadra però. Heidelberg 1966. Hanna non sa leggere. Hanna non sa scrivere. Hanna si vergogna. Inizia il processo. Hanna è colpevole. Ha ucciso trecento donne ebree. In una chiesa. Bruciate vive. Ma quel rapporto non può averlo scritto lei. Hanna viene condannata e vuole imparare a leggere. Vuole imparare a scrivere. Michael la aiuta. Le spedisce audiocassette in carcere. Alla sua Musa legge libri…su libri…su libri. C’è ancora qualcosa che non funziona. Mi appassiono. Mi stupisco. Rimango inchiodato alla poltrona. Ho una domanda però. Più di una. Libri sempre letti in una lingua che non è quella tedesca. Perchè? Michael vive in Germania. Così come Hanna. La storia si svolge e si rivolge in Germania. Ma Michael legge “The Odyssey” e “The lady with the little dog”. Perchè legge libri in Inglese, anche nel 1958? Hanna impara a scrivere in carcere. Perchè una donna tedesca impara PER LA SUA PRIMA VOLTA a scrivere in Inglese, da un libro che la biblioteca del carcere le presta? E questo libro è in Inglese? In una prigione tedesca! Berlino 1995. Interpretazione magistrale degli attori. Tutti. Meno della regia. Peccato.

Sarà!

Posted in DiTuttoUnPò on febbraio 18, 2009 by Michelangelo

Sarà che si porta dietro un’aura da tempo annoiata e stanca. Sarà la crisi globale cheinevitabilmente doveva investire anche l’ambiente di festivallandia,  cachet dei protagonisti esclusi. Saranno le chiacchiere e le aspettative che hanno fomentato polemiche e scandali finti per settimane e mesi. D’altra parte le pagine e i minuti in tv bisogna pur riempirli.   Sarà che le canzoni sembrano ogni anno più conformiflowers,  conformiste e compassionevoli .  Mamma svegliati che c’è Albano. Come non te ne frega niente?! Sempre uguale dici?  Rimane il fatto che tutto questo  ha fatto appassire persino i fiori. Non ne hanno esposto nemmeno uno, eppure quel bel festival dei fiori a Sanremo è stato un grande successo tre settimane fa.  Scelta artistica quindi? Volevano un palco moderno e hi-tech senza tanti fronzoli. Scelta forzata? Magari quei fiori hanno preso troppo freddo, anche se in riviera sotto zero le temperature non sono mai scese. Scelta azzeccata?  Niente fiori in quello che è il teatro dei fiori nella città dei fiori. Come la pizza napoletana senza acciughe. Sarà!

Non me l’aspettavo proprio

Posted in DiTuttoUnPò on febbraio 10, 2009 by Michelangelo

candelaLa vita e la morte. Una partita giocata su di un filo invisibile. Come due acrobati in equilibrio. Come due spadaccini in pedana. Lunga, infinita è stata la partita. Per la giovane Eluana è durata quasi venti anni. Dolorosa, per una famiglia come tante, quella Englaro. La morte di questo mondo ha vinto. La coerenza e il rispetto dell’uomo hanno perso. La politica, i nostri condottieri, coloro che guidano il popolo hanno dimostrato ancora una volta la pochezza d’animo e l’irriverenza che spesso li contraddistingue. La chiesa ha mostrato tutta la sua grandezza e magnificenza: non poteva abbassarsi alla comprensione del dolore, al perdono, all’umiltà, come professava tanto tempo fa colui che la fondò. Ma il vero credo è la televisione, che si accanisce, invade, pretende (to pretend!) di fare informazione. E gli ascolti volano. Il popolo brama tutto ciò. Lo esige. Business as usual. Tutti pronti allo “speciale Eluana”. Vespa e Fede non stanno più nella pelle.  Ma c’è un’eccezione.  Il canale principe dell’impero Mediaset, Canale 5, esce dalla massa e sceglie il silenzio. Sceglie di non avere nessuno “specialone Eluana”. Sceglie il rispetto e il cordoglio. Per qualche ora almeno Canale 5 decide di fare di testa propria. Qualcuno non è d’accordo. Enrico Mentana vuole a tutti i costi lo “specialone”. “Non è così che si fa informazione su una grande rete nazionale, non esiste solo l’audience”, grida indiavolato il direttore dopo la decisione di mandare in onda la puntata del Grande Fratello invece che lo “specialone”. Quello “specialone” che Vespa ha già iniziato da diversi minuti sulla TV di Stato., lui non potrà condurlo stasera. Lui che ha sempre ostentato coerenza e buon senso decide di dare le dimissioni dopo questa incredibile presa di posizione della sua rete.  Lo ritenevo una persona di spessore, non solo giornalistico ma anche umano. Sei caduto rovinosamente  sulla bieca competizione con il nemico di sempre. Che delusione. Non me l’aspettavo proprio. Nemmeno da Canale 5 in verità. Almeno a voi il cervello funziona ancora ogni tanto.

Animali

Posted in DiTuttoUnPò on febbraio 6, 2009 by Michelangelo

Gerione - illustrazione di Gustav Doré

Gerione - illustrazione di Gustave Doré

Animali. In branco. Si muovono insieme nella foresta. Cercano la prossima vittima. La lotta per la sopravvivenza. Vince il più forte. Mors tua vita mea. Legge è uguale per tutti. Tu preda non puoi distrarti. Qualcuno è sempre in agguato. Beviamoci un bicchiere di vino. Passiamo al supermercato, prendiamo un paio di bottiglie di vodka e ce ne andiamo a casa. Lì non c’è nessuno. Nessuno che potrà disturbare. Nessuno che potrà sentirci. Faremo quello che ci pare. Niente regole. Se sei gazzella devi correre sempre più veloce del leone. Regola fissa nella foresta. Mai guardarsi indietro. Corri. Le belve si muovono insidiose. Fin da giovane devi imparare a non perdere di vista tutto quello che ti circonda. Pericolosa è la foresta. Nasconde minacce insospettabili. Il branco non risparmia niente e nessuno. Questioni di vita o di morte. Animali, non luride bestie. Quelle lo si diventa quando la ragione e l’intenzione sovrastano l’istinto animale. Ecco lo sfregio, l’infamia, la violenza. Gratuita. Vergognoso e sconvolgente, gridano tutti. Vergogna, grido con loro. Di chi non si assume le proprie responsabilità e perdona perchè non è successo a loro. Perchè perdonare sempre e comunque fa fare più bella figura. La giustizia farà il suo corso si dice. Dio ci insegna a perdonare e porgere l’altra guancia. Dio ci insegna ad avere rispetto. Lo stesso rispetto che perfino gli animali imparano naturalmente. Gli animali non violano. Gli animali rispettano i loro simili e Dio. L’uomo no. Gli animali uccidono per sopravvivere. L’uomo no. Questi esseri violano per passatempo. Gli animali si muovono in branco e seguono le regole. Questi esseri non hanno regole. Non sono un branco. Sono delle bestie. Carogne infami. Questo siete. Vergogna.

Ooops I did it again

Posted in DiTuttoUnPò on gennaio 27, 2009 by Michelangelo


Caldo torrido. L’arena in fibrillazione. Un altro colpo meraviglioso. Non si respira. Eppure laggiù in Svizzera c’è sempre la neve. Laggiù in Svizzera fanno orologi e cioccolata. Su quel cemento la cioccolata si scioglierebbe solo al pensiero. El hombre arjentino non regge. Lui che è forte, giovane e abituato al caldo. Non è all’altezza del maestro.racchetta Il vecchietto inventa, stupisce, incanta. Diritto, rovescio, una mano, due mani, di testa. La folla lo acclama. Pende dalla sua racchetta. Immolato l’argentino non può nulla. La sua giornata sarà un’altra, non oggi Juan, non oggi. Ma non disperare, sei giovane, perdere fa bene. E non hai solo perso, hai perso con uno più grande. Si imparano tante cose dai grandi. Dai vecchi. Arzillo e saggio Roger che porge doverose scuse al giovane Juan. Di averlo strapazzato. Di averlo nuovamente battuto. Di avergli dato l’ennesima, spettacolare lezione. Chiede scusa anche al pubblico che ha potuto godersi lo spettacolo per solamente ottanta minuti.  L’ha fatto di nuovo. Per stavolta ti perdoniamo.

Ordine e disciplina

Posted in DiTuttoUnPò on gennaio 25, 2009 by Michelangelo

poliziaGiorno I.

Un freddo pomeriggio d’inverno. Diavolo sono in ritardo clamoroso. Speriamo che anche Guido faccia un pò tardi, così arriviamo all’appuntamento insieme. Guarda che traffico. D’altra parte sono le sei. Meno male che ho preso la bici. Qui deve essere successo qualcosa però, non è possibile una fila di macchine del genere. Lampeggianti. Sirena. Fammi avvicinare. O mio Dio. –Attraversava con la bici e l’hanno preso sotto.- -Con l’autobus, sì. E quell’autista non mi pare uno giovane, uno con poca esperienza.- -Secondo me quello stava ubriaco. Come fai a investire uno in pieno centro storico. Dove cazzo stavi guardando?!– Non accenna a muoversi. Devono fargli un pò di spazio però. Devono lasciare che respiri. Ecco i carabinieri, ora faranno allontanare tutti quelli che gli stanno sopra. Arriva anche l’ambulanza. Merda, è laggiù bloccata. Speriamo che si sbrighino. Ma lo vogliono far respirare. Siete o no le forze dell’ordine. Fate allontanare tutti. Invece di scattare fotografie con l’i-phone!

Giorno II.

Meno male. Hanno detto che non è grave. Certo che l’autista passerà un bel guaio adesso. Questo semaforo è eterno. Che palle, lo becco sempre rosso. Sempre. Quell’omino che ti fissa, immobile, sull’attenti. E io aspetto. Potrei anche attraversare, in verità non è un incrocio così pericoloso. Meglio star fermi però. Quel tipo sulle zebre ha fatto una brutta fine l’altro giorno. Ancora mi chiedo come sia stato possibile. Arancio. Era ora. Questa si ferma e poi passo io. Polizia. Cari miei, ho aspettato dieci minuti io e adesso tocca a voi starvene inchiodati al semaforo. Mi sa che sono fuori servizio questi. Tutti e due con la sigaretta accesa e il finestrino giù. Vado prima che scatti il rosso di nuovo. Saluto con un gesto gli agenti.

Giorno III.

Hai presente quel tipo in bici che hanno investito sulle strisce? Sì, la storia dell’autobus esatto. Beh, pare che se la cavi solo con qualche botta e un grande spavento. Ma guarda sti deficienti. Uno a cavalcioni dell’altro sugli sci. Sono proprio degli imbecilli. Se cadono e investono qualcuno? Pazzesco. Aspetta che passino, che è meglio. Che stupidi! Quando servono non passano mai i carabinieri sulle piste. Meno male comunque per quel ragazzo. Giovanissimo tra il resto. Tredici anni. Ti va se ci fermiamo qui a bere un caffè? Sono le due. Eccoli dove sono. Poliziotti in pausa grappino. Chissà se la ritroveranno mai la pista dopo. Sciamo ancora un’oretta, poi magari torniamo qui e ci mangiamo un panino. Io mi prenderò la torta cioccolato e nocciole. È una meraviglia. L’autista devono averlo radiato dall’albo autisti, se ne esiste uno. È veramente incredibile che non l’abbia visto. Secondo me il ragazzino con la bici gli ha frenato davanti e l’autobus non è riuscito a evitarlo. Non lo sto giustificando. Solo che sembra veramente assurdo. Torta? Che giornata però. La neve oggi era un incanto. E per essere un giorno del fine settimana, abbiamo trovato pochissima gente. Non ci credo, sono ancora qua. Belli allegri. Pronti all’ennesimo grappino per riscaldare il freddo pomeriggio d’inverno.